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Abitare le età ETS

Codice Fiscale 95224030163 - Partita IVA 04214030167 -

"abitare le eta' ETS" rep. RUNTS n. 131160 alla sezione g) "altri enti del terzo settore"


INTESA SANPAOLO - IBAN: IT29R0306953101100000000742

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Progetti e soluzioni per un nuovo modello di welfare dedicato alle famiglie con soggetti fragili, anziani e non solo

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Il filo conduttore dell’edizione 2025 è stato: RI-TESSERE FUTURO. Futuro è il “dopo di noi”, ma può essere il “dopo di loro”, è preservare il benessere proprio e della propria famiglia, avere cura delle relazioni e poterle “tessere” con fiducia.

Tante le associazioni coinvolte a livello organizzativo e di partecipazione alla rassegna di quest’anno. Tra queste: Alzheimer Bergamo, ANFFAS Bergamo, Avisco, CBI, Cure Palliative, Disabili Bergamaschi, I Pellicani, LILT Bergamo, Oltre i limiti, Parkinsoniani Sez. di Bergamo, Piccoli passi per..., San Paolo in Bianco, Spazio Autismo Bergamo, UILDM Bergamo.

Il Caregiver Day si terrà anche quest’anno in stretta collaborazione con il Comune di Bergamo, ATS e ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest, Il Collegio dei Sindaci, il CSV; con il patrocinio della Fondazione della Comunità Bergamasca, FACES, la Provincia di Bergamo, l’Accademia Carrara, Telmotor ed anche con l’Ufficio Scolastico Territoriale.

Tanti saranno gli spunti di riflessione e le occasioni di confronto: si susseguiranno momenti di dialogo e discussione tra le associazioni e le istituzioni su quanto è stato fatto e quanto resta da fare a sostegno dei caregiver, a momenti di riflessione attraverso film, arte, musica. Non mancheranno gli spazi di piacere e leggerezza!

CAREGIVER DAY 2025 LETTURE CON MUSICA: 
Reading di Matilde Facheris e Matteo Franchini


Contatti

info@alebg.it

p.e.c.: abitareleeta@pec.it


24124 BERGAMO

Via Papa Leone XIII, 27  c/o Polo Civico di Redona

Telefono sportello  342 9522376

Patto fra generazioni

Solidarietà

Mutuo Aiuto

I contributi degli studenti

Giovani Caregiver 2025
I lavori degli studenti degli Istituti Giulio Natta e
Mariagrazia Mamoli sui giovani caregiver
anno scolastico 2024/25
durata 44:54

Ad alta voce
Brani di teatro degli studenti degli ISIS Natta,Caniana, Mamoli
sul tema dei giovani caregiver
durata 9:38

Corde rotte
Un lavoro degli studenti dell'ISIS Caterina Caniana di Bergamo
anno scolastico 2024/2025
durata 11:35

 

IN EQUILIBRIO NELLA CURA

UN PROGETTO DEDICATO A SOSTENERE LA CURA DEI GIOVANI CHE SI PRENDONO CURA

 

La famiglia è il luogo in cui prendersi cura reciprocamente l’uno dell’altro, avere attenzioni e sentire riconosciuti bisogni e risorse, in una flessibilità di ruoli possibile e auspicabile, purché si tenga in conto che i bisogni di accudimento, rispecchiamento e crescita sono condizionati all’età.

Talvolta tuttavia, in alcuni momenti del ciclo di vita della famiglia, i ruoli si possono invertire, per esempio quando un genitore invecchia e ha bisogno di cure. In questo caso i figli possono diventare genitori dei propri genitori. Talvolta anche ragazzi giovani, in età evolutiva, si trovano a dover affrontare momenti difficili in famiglia e a svolgere funzioni di cura, in senso di accudimento fisico o di sostegno emotivo. Ma ci sono condizioni di vita in cui le fragilità della famiglia sono importanti e per certi aspetti croniche. I figli si possono trovare, a dispetto dell’impegno profuso dagli adulti, nella condizione di non vedere riconosciuti i propri bisogni di soggetti in crescita. Essere un giovane caregiver può costituire motivo di gratificazione e soddisfazione, ma anche fonte di emozioni cosiddette “negative” come stress, rabbia, tristezza, senso di colpa. Le virgolette sono d’obbligo, in quanto queste emozioni, del tutto naturali e comprensibili, non vanno rifuggite, ma piuttosto attraversate e condivise, perché possano essere integrate e contribuire costruttivamente allo sviluppo della personalità. Inoltre, quando gli impegni di cura diventano significativi e ingombranti, può essere difficile per il ragazzo svolgere la propria vita di adolescente e assolvere alle funzioni evolutive tipiche dell’età (costruire la propria identità personale e sociale, sviluppare competenze nella vita di relazione…). Può risultare difficile frequentare regolarmente e con profitto la scuola, avere relazioni al di fuori della cerchia familiare, collocarsi nel mondo del lavoro.

Queste le riflessioni che, anche a partire dall’esperienza di prima mano maturata nella nostra attività di sensibilizzazione nelle scuole, hanno condotto alla stesura e all’attuazione del progetto “in equilibrio nella cura”. L’attenzione al carico emotivo e al disagio dei cosiddetti giovani caregiver si colloca anche in uno scenario più ampio di preoccupazione relativa al disagio sociale dei giovani.

È allarme disagio psichico tra i bambini e gli adolescenti, e si tratta di una realtà tristemente alla ribalta sempre più spesso sulle pagine dei giornali. Una problematica che la pandemia ha inasprito come è stato osservato in molti Distretti.

È sempre più evidente la difficoltà, se non l’impossibilità, da parte dei Servizi pubblici nell’area della salute mentale di far fronte alle richieste di diagnosi e cura. A fronte di un significativo aumento delle richieste di prima visita o di accessi in pronto soccorso di adolescenti e giovani adulti con problematiche psichiche anche gravi e urgenti, la possibilità dei Servizi di offrire percorsi terapeutici a medio e lungo termine e di costruire reti territoriali necessarie a sostenere i soggetti fragili è notevolmente diminuita per carenze strutturali del sistema stesso.

I tempi di attesa sono molto lunghi, spesso anche di più di un anno, e il rischio di strutturarsi di psicopatologie importanti è elevato.

Oggi sappiamo che un utente su due non riesce ad accedere ai Servizi; due su tre non ricevono gli interventi di cui avrebbero necessità. Infine, anche in questo settore si registrano liste di attesa di mesi, spesso anni, per ricevere interventi terapeutici essenziali (inclusi quelli di psicoterapia).

Se le ricerche suggeriscono che essere Giovani Caregiver costituisca condizione predisponente verso un possibile disagio psichico, viene da domandarsi se i GC, assieme alle loro famiglie rese fragili dalla presenza di una malattia spesso cronica, abbiano la stessa facilità a formulare una richiesta di aiuto ai Servizi, o se invece i bisogni di cura del familiare “malato” rischino di coprire i disagi più sfumati e meno “cogenti” dei familiari adolescenti.

Indubbiamente, quando si incrociano le riflessioni sulle problematiche emotive degli adolescenti nella società attuale, con l’approfondimento del fenomeno dei Giovani Caregiver, risulta evidente lo scarto tra l’imponenza dei bisogni e la carenza delle risposte dei Servizi.

Eccoci quindi alla sostanza del nostro progetto: l’attribuzione di un bonus economico, finalizzato all’attivazione o al proseguimento di una psicoterapia, a Giovani Caregiver nella fascia 15-24 anni che abbiano ricevuto da un Servizio specialistico pubblico o privato-accreditato un inquadramento psicodiagnostico e una indicazione di psicoterapia.

Il progetto è decollato nel maggio 2024 grazie al contributo dell’Associazione Homo che si è impegnata a sostenere i primi 20 ragazzi segnalati con la copertura di 1600 euro per ragazzo (circa il 60 % del costo di un anno di sedute settimanali di psicoterapia). Nel prossimo numero di questa newsletter saremo anche in grado probabilmente di darvi, in forma anonima, qualche dato sulla tipologia di situazioni seguite.

 

Tali terapeuti costituiranno l’equipe specialistica di riferimento del progetto. Per tale gruppo di lavoro è previsto un calendario di almeno 4 incontri annui, finalizzati al confronto e all’intervisione dei casi.

 

 

Una testimonianza 

Giada 25 anni, figlia

È successo in un attimo: la mia vita è cambiata e sono diventata grande da un momento all’altro!

A volte mi sembra che la malattia di mia madre abbia fatto irruzione nella nostra famiglia distruggendo una bella fiaba, nella quale vivevamo felici e contenti… o almeno così a me sembrava.

I miei genitori mi apparivano come giganti buoni, rassicuranti, ed il mio fratellino ed io dei bambini fortunati, amati e accuditi nel migliore dei modi. Questo vedevano i miei occhi di bambina, come nelle favole. Poi mia madre è cambiata.

Dicono che sia accaduto nell’arco di alcuni mesi e che dei segnali già c’erano. Ha cominciato ad essere nervosa, sospettosa… a me, però, questo cambiamento è parso repentino: non era più lei. “Crisi psicotica”, “sindrome bipolare”. Queste parole le ho sentite circolare più tardi ma mi sono sempre apparse vuote di significato. A me tutto è arrivato come una perdita improvvisa, la rottura di un incantesimo.

Ricordo un Natale… avevo 12 o 13 anni. Mia madre ha avuto una crisi, sono andati in ospedale, lei e mio padre. Ore di attesa… io sono rimasta a casa con mio fratello. Improvvisamente grande… incaricata di distrarlo.

 

E poi il segreto: mio padre mi ha raccomandato, quella sera e per molti mesi ancora, di non parlarne a scuola, né coi nonni.

In me è esploso qualcosa dentro: rabbia..anzi furore. Una rabbia cieca. Fatico ancora oggi ad ammetterlo a me stessa, a dare parole a questo mio sentire.

Per anni non sono riuscita a chiamarla “mamma”. Attaccavo lei, che si era sottratta, a anche mio padre, che mi appariva troppo distratto: aveva scelto lei e non me! E attaccavo me stessa e il mio corpo! Non mi perdonavo di non essere abbastanza per loro e al tempo stesso reclamavo la loro attenzione: rivolevo indietro la mia fiaba!

Solo ora, dopo anni, ho capito tutto questo, sono riuscita a guardarmi dentro. Sono riuscita a mettere ordine nel mio sentire grazie ad una psicoterapia, che mi ha permesso di fare pace con la mia rabbia, ad attraversarla. Sono riuscita ad abbracciare quella bambina che si era sentita crollare il mondo addosso.

 

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